TULLIO TEBALDI – Bovolone – VERONA
Un uomo che sprizza simpatia e savoir faire. Con calma ci racconta: “Sono nato nel ’47 a Bovolone, in provincia di Verona. Appena finita la guerra, mio padre Nestore e mia madre Bruna Castelli decisero di venire in Perù. Veramente avevano pensato all’Argentina, ma un sacerdote di Bovolone che era vissuto in Perù li fece cambiare idea. Decisero di vendere tutto e trasferirsi con un certo patrimonio da investire e appena studiata un po’ la situazione aprirono una fabbrica di mobili stile ‘700 e ‘700 veneziano perché già a Bovolone c’era questa tradizione. L’azienda era a Lima. Contava una decina di operai e tre intagliatori provenienti dal nostro Paese. Lavoravano principalmente il cedro peruviano.
Ma parlando di me, frequentai la scuola italiana Antonio Raimondi fino al ’63. Ad un certo punto i miei si erano stufati della vita del Perù, vendettero tutto e ritornammo in Italia. Avevo 9 anni. Ci trasferimmo a Verona ed io frequentai la quinta elementare in Veneto.
Ma la cosa durò poco, mio padre si rese conto che non riusciva più ad abituarsi all’Italia e ritornammo tutti in Perù. Tutto da capo. Iniziò un’attività di motociclette italiane. Gli affari andavano bene. Io intanto frequentavo l’Università Nazionale di Ingegneria UNI presso la facoltà di “Petrolio”, dove si studia tutto ciò che è attinente alla trivellazione e messa in produzione di pozzi petroliferi. Mi interessava questo campo perché avevo passione per i pozzi di petrolio, mi incuriosivano. Nel ’69, purtroppo mio padre si ammalò e morì in breve tempo, così vendemmo l’azienda ed io finii l’università. Dopo laureato trovai subito lavoro in una ditta americana, come ingegnere dei fanghi di perforazione. Ma avevo ancora il pallino di imparare, partecipai e vinsi una borsa di studio per italiani all’estero finanziata dallo Stato Italiano e così andai a Bologna chiedendo alla ditta un permesso di studio di un anno. Me lo concessero. L’anno di studio a Bologna fu molto importante e mi feci molti amici. Quell’anno mi innamorai anche di Paola. e capii che sarebbe stata la donna della mia vita. Infatti fu così perché un anno dopo ci siamo sposati. Era il 1974 e siamo ancora felicemente insieme dopo 35 anni. Ritornammo a Lima, insieme, ed io ricominciai a lavorare nella ditta americana che però mi trasferì nella Selva di Iquitos con mansione di Direttore dell’azienda di fanghi per perforazioni petrolifiche. Il trasferimento contemplava lo spostamento della famiglia, quindi mia moglie venne con me. Appena trasferiti ci sembrava di vivere in un documentario. La cittadina si trovava sul Rio delle Amazzoni. Mi ricordo che degli uomini impavidi, facevano sci d’acqua con sotto i ferocissimi pesci piranas che nuotavano liberamente. Anch’io cominciai a fare nuotate e sciate tra quei pesci. Non so come faccio ad essere ancora integro. Siamo rimasti in quel luogo quasi sette anni. Fu un periodo splendido e nel frattempo nacque nostra figlia Alessandra nel ’79. Poi l’azienda mi trasferì in Argentina e poi in altre località: Bolivia, Brasile, Italia, Libia sempre con la famiglia al seguito. Dopodichè di nuovo in Argentina e arrivato all’età di 47 anni decisi che era il momento di lavorare per conto mio. Anche se devo dire che ci siamo trovati sempre bene dappertutto. Tornammo quindi in Perù e fondai la P.T.C. che si occupava di “macinazione di minerali industriali, servizi di fango per l’industria del petrolio, mineraria e pozzi d’acqua”. Inoltre mi occupavo della rappresentanza di varie ditte di prodotti chimici come ad esempio grassi ed oli lubrificanti diPetrocanada. Sono quindici anni che ho in piedi questa ditta e va molto bene. Sono contento di aver realizzato il mio sogno di avere qualche cosa di mio.
Pensando al Veneto, ho delle radici profonde che non potrò mai dimenticare, soprattutto lo sport. Facevo sollevamento pesi con la Bentegodi Verona. Sono stato campione del Perù di ciclomotori 50cc con la DEMM, avevo 14 anni. Anche ora che sono un po’ meno giovane continuo a fare sport. Sono stato campione per ben tre volte e vincitore del titolo sudamericano nel lancio del martello nella categoria Master.”
ALESSANDRA TEBALDI – VERONA
La figlia che tutti vorrebbero avere. É nata il 3 aprile 1979 a Lima, in Perú, ha viaggiato con i genitori per tutto il mondo. Da piccola visse nella Selva e come il papá era un apassionato di taxidermia per lei la vita tra insetti e animaletti era normale, la sua mascotte era un armadillo che mangiava polenta allo stile Veneto, Alessandra disegnava tarantole e pozzi di petrolio e mentre cresceva aveva un sogno: diventare avvocato. Scelse come sede il Perù, studiò all’Università di Lima e fece la sua carriera con ottimo risultato, primo posto durante tutti gli anni terminando con summa cum laude, vinse un concorso per un post grado al Collège Universitaire Henry Dunant-HduC di Ginevra sui diritti umani, seguivano i sogni, il seguente era lavorare alle Nazioni Unite a New York e ci riuscí, vinse la borsa di studio per eccellenza accademica Hauser Global Scholarship all´Università di New York per una master in diritto internazionale. Vinse il premio Howard Greenberger sulla tesi del master, passò il Bar Exam ed ora é avvocato a New York. Sogno avverato. Nel 2007 si é sposata con Alfredo Deza, un ragazzo meraviglioso e tenace come lei. Alessandra ha ereditato da suo nonno Nestore Tebaldi uno spirito libero senza frontiere, il nonno era giá stato in Africa, prima di venire in Perù. Dalla nonna Bruna la forza, da suo padre, uno sportivo nato, l’adrenalina ed infine da sua madre e dai nonni materni la nota dell´allegria della vita e la passione per l´arte e la musica. Alessandra é una vera veneta.
Tratto dal libro “Destinazione Perù” degli autori Flavia Colle e Aldo Rozzi Marin, pubblicazione promossa dalla Regione del Veneto, Assessorato Flussi Migratori e realizzata dall’Associazione Veneti nel Mondo (Camisano Vicentino (Vicenza), Tipografia Ga.Bo, Marzo 2010).