PAOLA CASTELLI – VERONA
Una donna affascinate che ha girato il mondo, sempre con la valigia in mano per seguire il marito. Ci racconta: “Sono nata a Verona nel ’54. Mia mamma era appassionata d’arte e di musica. A casa mia si ascoltava e si cantava l’Aida. Amavamo molto l’opera. Ma i miei genitori erano anche amanti della buona cucina. Mi ricordo dei bolliti della domenica che riunivano la famiglia attorno ad un tavolo, molte volte pranzavano con noi anche degli amici. La mamma non perdeva occasione per fare le focacce, le frittelle con le mele, ed io non vedevo l’ora che venisse carnevale per mangiare i crostoli. Questo modo di vivere allegro della mia famiglia fece sì che intrapresi la carriera di operatrice turistica. Verona è ricca di monumenti, paesaggi splendidi, come il meraviglioso Lago di Garda, la mia passione erano le lingue e l’arte. Poi ho conosciuto Tullio, che viveva da anni in Perù e venne in Italia per fare un master a l’Università di Bologna. Ci siamo sposati a Lima nel ‘74, io avevo appena finito le scuole superiori, avevo 19 anni. Appena arrivata in Perù ho visto un paese desertico, non pioveva mai, però il mare era fantastico, la gente affabile e il cibo saporito. Mi piacque da subito la musica peruviana e l’allegria delle persone.
Mi iscrissi anche ad un corso di spagnolo.
Posso dire con sincerità che ho sempre condiviso con Tullio il suo lavoro, anzi per lui era proprio una passione. L’ho seguito nei posti più impensati. Ho cercato di farlo sentire “a casa”, in ogni luogo del mondo come se il nostro Veneto fosse sempre nella valigia. Quando ci trasferimmo a Iquitos, sul Rio delle Amazzoni, c’erano 40 gradi all’ombra ed io la prima pietanza che preparai fu menestron coi fasoi (minestra di fagioli). Tra l’altro non ero molto pratica delle quantità, ne preparai un pentolone che ci durò per tutta la settimana. Mi marito non si lamentò e anzi invitò anche gli amici lodando le mie doti di cuoca e la ricetta veneta, invernale. Poi nacque nostra figlia Alessandra, che fin da piccola imparò il dialetto veronese. Quando ritorniamo a Verona durante la stagione di teatro e mettono in scena Goldoni, in dialetto, lei dice soddisfatta di capire bene. Ma non solo, Alessandra gioca a briscola e a scopa, ama la cucina veneta e i canti di montagna”.
VITTORINA CASTELLI – DESENZANO DEL GARDA – VERONA
Vittorina Castelli, è una signora elegante sia nel portamento che nel modo di vivere e lo si nota dal primo istante.
È nata a Desenzano del Garda, in una terra splendida del Veneto e le vicissitudini della vita la portarono a prendere la decisione di visitare l’altro capo del mondo. Fu così che decise di andare a Lima per trovare sua sorella Bruna, che abitava proprio nella grande e lontana metropoli. Era il 1952.
Una volta arrivata, trovò le occasioni propizie ed opportune e quindi decise di rimanere.
Vittorina, quando cominciava a frequentare l’ambiente di Lima era una giovane donna piena di buoni intenti, valori e soprattutto molta voglia di lavorare ed emergere.
Non a caso quindi, data la sua forza di volontà e preparazione, fu amministratrice per molti anni, riscuotendo un notevole successo, di vari negozi.
Riuscì ad essere un’imprenditrice fino al momento di ritirarsi e di godersi la meritata pensione.
Comunque, per Vittorina, pensione non vuol dire stare con le mani in mano, ma con piacere ed orgoglio continua a lavorare anche al giorno d’oggi, aiutando suo nipote Tullio.
La vita le ha “regalato” la splendida nipote Alessandra, che è quotidianamente la gioia della sua vita e della famiglia.
BRUNA CASTELLI – VERONA
Bruna Castelli è nata a Castiglione delle Stiviere a Mantova, è figlia di veronesi. Una donna che ha saputo imporsi alla vita. Si è sposata con Nestore Tebaldi un nobile della piú alta tradizione Bovolonese e dei casati più antichi. Arrivata giovane in Perù. Ci racconta.
“Siamo arrivati in Perù nell’anno 1948, dico siamo perché anche se mio marito é morto é rimasto nel ricordo ed é sempre presente tra di noi.
Con noi é arrivata la tradizione di Bovolone (Verona) e la lavorazione dei mobili in stile 700, portammo dall’Italia macchinari e varie persone che lavoravano e intagliavano il legno, i mobili erano di ottima qualitá fatti con il pregiato legno peruviano. Ad un certo momento presi dalla nostalgia ritornammo in Italia per un corto periodo e poi ritornammo a Lima.
Mio marito decise di cambiare settore lavorativo e cominciò ad importare le moto Demm, purtroppo poco dopo si ammaló e morí. Io che sono una donna imprenditrice, almeno cosí mi considero, aprii un atelier di moda, facevo le mie creazioni, avevo un buon numero di persone che lavoravano per me. Tullio, mio figlio, ora é un professionista realizzato, ha la sua fabbrica. Ho una nipote meravigliosa che peró é lontana, a New York. Siamo tutti lontani però al giorno d’oggi con la tecnologia moderna riusciamo a sentirci più vicini. Ora ho 85 anni e ancora molta voglia di fare e quando mia nuora me lo chiede l’aiuto con piacere.”
Tratto dal libro “Destinazione Perù” degli autori Flavia Colle e Aldo Rozzi Marin, pubblicazione promossa dalla Regione del Veneto, Assessorato Flussi Migratori e realizzata dall’Associazione Veneti nel Mondo (Camisano Vicentino (Vicenza), Tipografia Ga.Bo, Marzo 2010).