PADRE LUIGI TEZZA – Conegliano
Durante il nostro viaggio in Perù abbiamo scoperto che l’apostolo di Lima è un sacerdote di origine veneta, Luigi Tezza. E per conoscerlo abbiamo incontrato, presso la Clinica Padre Luigi Tezza[1], dove le Figlie di San Camillo lavorano, Suor Francesca Bernabucci, che, insieme a Suor Teresa Barrera, ci ha raccontato la storia di Padre Luigi nella città di Los Reyes[2].
Alla fine del 1500 e nel 1600 il Perù era un paese profondamente cattolico, che ha conosciuto la vita e le opere di santi come Toribio de Mogrovejo, Martin de Porres, Rosa de Lima, Juan Masias, Francisco Solano.
Quando giunsero i primi camilliani nel ‘700, Lima era una città coloniale di poco più di 40.000 abitanti, dove convivevano spagnoli, creoli, mulatti, indios, tutti soggetti alla Corona di Spagna. C’erano molti religiosi e religiose dei principali ordini, al servizio di una popolazione ormai totalmente cattolica. La terra peruviana ha conosciuto grandi santi come Toribio di Mogrovejo, San Francisco Solano, Martino de Porres, Giovanni Macías, Rosa di Santa Maria, Beata Sor Ana de los Angeles Monteagudo, il Servo di Dio Padre Martino d’Andres Perez.
Suor Francesca ci spiega che oggi esistono a Lima la Clinica, la Scuola di infermieri e la Casa che portano il nome di Padre Luigi Tezza. A Cajamarca c’è un ambulatorio medico dedicato a lui.
Con attenzione ascoltiamo Suor Francesca, che con l’ausilio di un libro e di altre fonti tratte da vari siti internet che poi abbiamo visitato, ci racconta la vita di Padre Luigi Tezza. Comincia col dirci che a Conegliano Veneto, in provincia di Treviso, c’è la casa della famiglia Tezza.
Qui il 1 novembre 1841 nasce Luigi, figlio del medico Augusto e di Caterina Nedwiedt, donna molto religiosa, al punto che di lei si racconta che nel giorno del suo matrimonio abbia promesso di “consacrarsi a Dio nello stato matrimoniale”.
Suor Francesca ci fa notare una curiosa coincidenza: Padre Luigi Tezza è stato battezzato in Veneto in una chiesa che ha come patrono San Martino de Porras!
“Figlio unico, rimasto orfano di padre all’età di nove anni, si trasferisce con la madre a Padova ove prosegue gli studi. All’età di 15 anni entra nell’Ordine dei religiosi “Camilliani” (Ministri degli Infermi di S. Camillo de Lellis). La mamma, dopo averlo affidato al noviziato dei Camilliani di Verona, certa della perseveranza del figlio, entra e professa nel monastero delle Visitandine, lasciando fama di donna e religiosa eccezionale”[3].
Sacerdote dal 21 maggio 1864 “si distinse sempre per pietà, spirito di obbedienza e diligenza nei suoi doveri, tale da essere considerato “eminentissimo” e incaricato, ancora chierico, della direzione dei giovani aspiranti”[4].
Tuttavia, nel 1866 e nel 1867 in Italia vengono emanate le leggi di Soppressione degli Ordini e delle Corporazioni religiose[5], per cui padre Tezza, Superiore dei Chierici di Cesiolo, Verona, essendo stato espulso dal paese, deve cercare asilo in casa di persone amiche[6].
Allora, gli si presenta la prospettiva delle missioni africane per le quali da tempo coltivava un vivo desiderio, ma vi rinuncia per obbedienza ai suoi legittimi superiori. E’ invece trasferito a Roma come vice maestro dei novizi. Nel 1871 viene destinato come maestro dei novizi a Cuisery, in Francia, nella nascente provincia camilliana allo scopo di introdurvi, all’interno, la perfetta vita comunitaria e, all’esterno, lo specifico ministero camilliano: l’assistenza corporale e spirituale agli infermi. Nominato Superiore lavora indefessamente per aprire le prime opere assistenziali dell’Ordine e nel 1877 diviene primo Provinciale. Mentre assume incarichi e responsabilità sempre più alti, continua ad esercitare l’apostolato attraverso la predicazione, i ritiri spirituali e l’assistenza ai malati negli ospedali e nelle case private. Nel 1880 però la persecuzione religiosa arriva anche in Francia e Padre Tezza viene “espulso come straniero, ma vi ritorna clandestinamente dopo pochi mesi, riuscendo a riunire i religiosi ormai dispersi. La giovane Provincia poté in tal modo non solo resistere alla repressione, ma anche porre le basi per un suo ulteriore sviluppo”[7].
Nel 1889 eletto Consultore, Procuratore e Vicario generale deve ritornare a Roma. Quivi nel 1891 fa un incontro provvidenziale: conosce Giuseppina Vannini (beatificata il 16 ottobre 1994), con la quale può realizzare il progetto meditato da tempo: la fondazione di un gruppo femminile consacrato a Dio per il servizio degli ammalati secondo lo spirito e il carisma di San Camillo de Lellis. Nasce così il 2 febbraio 1892 la Congregazione delle “Figlie di San Camillo” che evidenzia nel carisma camilliano quelle caratteristiche tipicamente femminili quali la tenerezza, l’accoglienza, la capacità d’ascolto e l’intuizione. Fondata con il fine di assistere gli infermi e approvata dalla Santa Sede nel 1931, la Congregazione ha conosciuto una rapida e costante espansione. Il gruppo originario formato da una cinquantina di religiose è cresciuto fino a contare nel 2002 un migliaio di donne consacrate presenti in 17 paesi del mondo.
Nel 1900, quando sembra ormai che l’attività di padre Luigi fosse giunta a termine, all’età di 59 anni è inviato in Perù come Visitatore per riformare la comunità camilliana di Lima, che era rimasta separata per oltre un secolo dalla sede centrale di Roma e rischiava la chiusura”[8]. Dopo 47 giorni di viaggio, arriva a Lima insieme con padre Angelo Ferroni e normalizza la situazione in due mesi. Ma, al momento di ripartire, l’arcivescovo di Lima, mons. Pietro Gasparri, che lo definiva “uomo ispirato da Dio e provvidenziale per Lima” gli chiede di fermarsi ancora un po’. Egli accoglie la volontà di Dio e si affida alla Provvidenza. E così rimane a Lima per ventitré anni, profondendovi, fino alla morte, tesori di carità e di amor di Dio.
“Si dedica all’assistenza spirituale dei malati particolarmente poveri sia nelle case private e negli ospedali che nelle carceri. È confessore e direttore spirituale nel seminario dell’Archidiocesi e di diverse Congregazioni religiose; presso la Nunziatura apostolica e la diocesi è ricercato come prezioso consigliere[9]; aiuta la Serva di Dio Teresa della Croce Candamo Alvarez Calderòn nella fondazione della Congregazione delle Canonichesse della Croce. La sua azione discreta, ma continua ed intelligente, carica di amore e di compassione, accompagnata da autorevolezza, dolcezza e pazienza finì per farlo ritenere “l’apostolo e il santo di Lima”[10], come è stato inciso da anonimo sul retro della sua lapide che reca la data del 26 settembre 1923, giorno in cui padre Luigi si è serenamente addormentano nel Signore, circondato dalla comunità, nella Casa di “Santa María de la Buena Muerte” di Lima.
Ritenuto il “sacerdote più santo della diocesi di Lima”, secondo le parole del Cardinal Lauri, alla morte i fedeli diffusero una immagine-ricordo significativa che rivela i tratti della sua santità: “Fu ricercato come padre e venerato come santo. Egli non è più, ma dalla sua tomba continua ad ammaestrarci. La sua figura e il suo comportamento furono quelli di un angelo; la sua parola di un ministro del vangelo; il suo cuore uno scrigno di nobilissimi affetti; la sua missione sempre salvifica. Passò in mezzo a noi come una visione celeste, sempre buono e umile, sempre caritatevole. La fede era il principio delle sue opere e la bontà lo decorò come un manto e un diadema”[11].
Oggi la sua salma riposa nella Casa generalizia delle Figlie di S. Camillo, sita in via Anagnina a Grottaferrata (Roma), accanto a quella della Cofondatrice, la Beata Giuseppina Vannini.
Il Papa Giovanni Paolo II lo ha beatificato il 4 novembre 2001, in una cerimonia speciale alla quale ha assistito il Cardinale Juan Luis Cipriani, Arcivescovo di Lima e Primate della Chiesa peruviana[12].
“Padre Luigi fu scelto da Dio non solo per vivere ma anche per trasmettere il carisma della misericordia verso gli infermi, tramite la fondazione dell’Istituto delle Figlie di S. Camillo, dedita al servizio della vita umana dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. Egli addita ad ogni cristiano come porsi di fronte al mondo della sofferenza; come curarla e alleviarla e soprattutto come valorizzarla a beneficio della propria santificazione e dell’altrui redenzione.
Padre Luigi, inoltre, ci incita a credere e operare secondo il progetto che Dio ha su ciascuno di noi. Egli incentrò, infatti, la sua esistenza su un cardine: l’obbedienza a Dio. E visse realmente in un costante stato di ricerca e di attuazione della volontà di Dio. Nei segni dei tempi, negli avvenimenti della vita ordinaria, nelle decisioni dei suoi superiori egli ha sempre visto il progetto di Dio da eseguire a costo di qualsiasi sacrificio”[14].
Suor Francesca ci saluta donandoci un bel libro sul beato Tezza[15]. Dopo aver conosciuto questa bella storia , andiamo ad incontrare un sacerdote bellunese che vive e opera nelle periferie di Lima.
Non ad alcuni soli, ma a tutti disse Iddio: siate santi.
La santità deve essere dunque a tutti accessibile.
In che consiste? A far molto? No.
A far grandi cose straordinarie? Neppure. Non sarebbe di tutti né di ogni momento.
Dunque: è fare il bene, e questo bene ben fatto, nella condizione, nello stato in cui ci ha posti Iddio.
Nulla di più, nulla al di fuori di ciò[13]
Beato Luigi Tezza
[1] www.clinicatezza.com.pe
[2] Si dice che il fondatore di Lima ha dato alla nascente capitale il magico nome di Città dei Re perchè la data di fondazione coincise con la data in cui i Re Magi si incamminarono a Betlemme.
[3] http://www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/ns_lit_doc_20011104_beat-tezza_it.html
[4] http://www.camilliani.org/camilliani/repository/documents/TEST_CARITA_G.pdf
[5] Con le due leggi nazionali, 7 luglio 1866 di Soppressione degli Ordini e delle Corporazioni religiose, e 15 agosto 1867 per la Liquidazione dell’Asse ecclesiastico, si tolse il riconoscimento di ente morale a tutti gli ordini, corporazioni, congregazioni di carattere ecclesiastico e il demanio dello Stato acquisì tutti i beni ecclesiastici.
[6] http://www.arzobispadodelima.org/santos/luistezza/index.html
[7] http://www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/ns_lit_doc_20011104_beat-tezza_it.html
[8] http://www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/ns_lit_doc_20011104_beat-tezza_it.html
[9] http://www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/ns_lit_doc_20011104_beat-tezza_it.html
[10] http://www.camilliani.org/camilliani/repository/documents/TEST_CARITA_G.pdf
[11] http://www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/ns_lit_doc_20011104_beat-tezza_it.html
[12] http://www.arzobispadodelima.org/santos/luistezza/index.html
[13] http://www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/ns_lit_doc_20011104_beat-tezza_it.html
[14] http://www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/ns_lit_doc_20011104_beat-tezza_it.html
[15] Brusco Angelo, P. Beato Padre Luis Tezza. Epistolario. Religiosos Camilos, Lima, 2006
Tratto dal libro “Destinazione Perù” degli autori Flavia Colle e Aldo Rozzi Marin, pubblicazione promossa dalla Regione del Veneto, Assessorato Flussi Migratori e realizzata dall’Associazione Veneti nel Mondo (Camisano Vicentino (Vicenza), Tipografia Ga.Bo, Marzo 2010).