LA CARTA ONU DEI DISABILI VA IN PATAGONIA: PRESENTATA IN VENETO L’IMPRESA DI SIMONE SALVAGNIN
Luogo e data: Venezia, Mercoledì 11 Gennaio 2012
VENEZIA\ aise\ – È stata presentata oggi a Venezia l’impresa, patrocinata dalla Regione Veneto, che porterà la Carta ONU dei Diritti dei Disabili, assieme alla bandiera del Veneto con la sua scritta di pace, in Patagonia.
Artefice della missione sarà Simone Salvagnin, ventottenne di Schio, in provincia di Vicenza, ipovedente e campione mondiale di arrampicata sportiva, che si appresta a dare vita a due spedizioni successive in Sud America.
Nel corso della prima, (“Patagonia Experience 2012”), Salvagnin tenterà la scalata del vulcano più alto del mondo, l’Ojos del Salado, 6.981 metri di altezza, situato tra Argentina e Cile. La seconda lo vedrà discendere in bicicletta per circa 2mila chilometri, a cavallo di un tandem con il suo amico e accompagnatore Enrico Rizzolo, fino all’estremità della Terra del Fuoco, e percorrerne ulteriori 3mila tra Argentina e Brasile, assieme ad un’altra decina di ciclisti, per incontrare le comunità locali di origine veneta, iniziativa dal nome “Bici e Radici” (iniziativa dell’associazione Veneti nel Mondo onlus con l’assessorato ai flussi migratori della regione del Veneto).
L’impresa è stata presentata dallo stesso Salvagnin, dall’assessore alla promozione del Veneto Marino Finozzi e dal giornalista Claudio Tessarolo, dell’”Equipe Sans Maison”, che accompagnerà e documenterà la spedizione, che sarà invece seguita a livello regionale da Zeta Group. Nell’occasione, Finozzi ha consegnato la bandiera del Veneto a Simone, salutato anche dall’assessore ai flussi migratori Daniele Stival.
Patagonia Experience 2012, sostenuta anche dall’Associazione Onlus “Spirito di Stella”, prevede l’inizio della scalata all’Ojos del Salado lunedì prossimo, 16 gennaio. Se tutto andrà bene, la vetta dovrebbe essere conquistata in una quindicina di giorni, spostando sempre più in alto il campo base prima dell’ultimo tratto. Successivamente comincerà il percorso in bicicletta, la cui conclusione è prevista verso il 22 – 23 marzo prossimi, mese entro il quale dovrebbe avvenire il ritorno a casa.
Salvagnin porterà con sé la bandiera di San Marco e la Carta ONU dei Diritti dei Disabili, che farà sottoscrivere alle personalità politiche che incontrerà lungo il percorso. Il Veneto la firmerà ad avventura terminata, con una decisione ufficiale presa dalla Giunta.
Proprio per questo, Finozzi ha deciso di rinviare la sua sottoscrizione del documento, inizialmente prevista per oggi. Non si è sottratto alla domanda se sia più “disabile” chi è ipovedente o chi non è in grado di scalare una vetta: “l’unica vera disabilità è quella montale – ha risposto – che vuol dire essere convinti di non farcela o che non ci siano i supporti per farcela. È questa condizione che dobbiamo contrastare. Come Veneto siamo capofila in Europa per il turismo senza barriere, e lo ribadiremo a marzo al salone vicentino “Gitando All”, dove – ha concluso – speriamo di avere con noi Simone o di poter avere una diretta telefonica con lui”. (aise)
RIUNIONE DELLE ASSOCIAZIONI D’EMIGRAZIONE
Luogo e data: Padova, mercoledì 11 gennaio 2012, alle 9,30
Presso la sede dell’Associazione Padovani nel Mondo a Padova, convocata dal coordinatore Gioachino Bratti, si terrà la riunione delle tredici associazioni regionali dei Veneti nel Mondo, tra queste l’Associazione dei Veneti nel Mondo rappresentata dall’avv. Aldo Rozzi Marin. All’ordine del giorno un bilancio sullo svolgimento e sull’esito della Consulta dei Veneti del Mondo di Toronto, i rapporti con la Regione, programmi e iniziative del “Forum delle Associazioni”.
Schio, Simone ha conquistato il Cile
PATAGONIA. Le imprese di Salvagnin hanno riscosso grande interesse in Sudamerica dove è atteso da una dura prova. L’atleta scledense ipovedente, ambasciatore dell’Onu per i diritti dei disabili, inforcherà il tandem con la guida Rizzo.
Schio. Di nuovo in sella all’avventura. Una settimana dopo la straordinaria esperienza vissuta sull’Ojos del Salado, il vulcano più alto del mondo, Simone Salvagnin, l’ipovedente di Schio “ambasciatore” della carta dell’Onu sui diritti dei disabili, è pronto a inforcare con l’amico e guida Enrico Rizzolo, il tandem che lo porterà fino a Ushuaia, sulla punta estrema della Patagonia. Sulla mitica Terra del Fuoco, dove finisce il mondo. L’atleta campione mondiale di arrampicata sportiva, è atteso dalla “Carretera Austral”, che da Puert Montt, (dove è giunto con il team “dell’Equipe sans maison” che lo accompagna composto dal fotografo Luciano Covolo e dal cinereporter Massimo Belluzzo), corre parallela alle Ande per migliaia di chilometri spesso dissestati, in un clima reso ostile per il vento freddo e la pioggia, che flagella la Patagonia cilena anche d’estate. Cioè adesso. Ma Simone è un personaggio tosto, far fatica non lo spaventa affatto, è abituato da anni di duro allenamento. E poi la malattia gli ha spento gli occhi, non la voglia di vivere e sognare. Sa bene cosa significhi pedalare in situazioni estreme. Così il tragitto che lo attende non lo intimorisce se non quanto basta a tenere desta la concentrazione. Il viaggio che sta compiendo con la benedizione della Regione Veneto, gli sta dando soddisfazioni enormi e a volte anche inattese. Sarà anche perché qui in Cile la sua presenza non sta passando affatto inosservata. Giornali e televisioni si stanno interessando a questo atleta che dall’età di 10 anni, giorno dopo giorno, ha iniziato a perdere la vista, e stanno seguendo con costanza e partecipazione, dedicandogli articoli e interviste, la sua emozionante avventura in terra cilena. Una esperienza fatta soprattutto di incontri, di quelli però che lasciano il segno, con persone, uomini o donne, che hanno in comune grandi ideali, una spiccata sensibilità e senso di solidarietà. Gente a suo modo speciale, insomma. È stato così fin da quando Simone ha lasciato la regione di Atacama dopo l’esperienza alpinistica che lo ha portato in vetta ad una montagna di 6100 metri. Prima di tornare a Santiago, la capitale di un Paese che sta vivendo una stagione di di crescita e sviluppo in netto contrasto con la crisi che attanaglia in questo momento l’economia occidentale, ha fatto la conoscenza con Josè, il rappresentante dei 33 minatori che nell’agosto di due anni fa rimasero per settanta giorni prigionieri a settecento metri di profondità. Una vicenda che ha commosso il mondo intero, tenendo tutti con il fiato sospeso. Lui e Simone sembravano due vecchi amici, a dispetto anche della differenza di età. Anche il sindaco di Copiapò, la cittadina divenuta famosa proprio per la angosciante vicenda dei minatori di Atacama, ha voluto firmare la carte dell’Onu portata da Simone Salvagnin, così come ha fatto l’ambasciatore Vincenzo Palladino che con entusiasmo ha ospitato l’atleta di Schio e i suoi accompagnatori nella sede diplomatica di Santiago. Le tappe di avvicinamento a Puert Montt, punto di partenza dell’impresa ciclistica di Simone e Enrico, hanno consentito anche di toccare con mano una delle culture più antiche e per questo significative del Cile, quella del popolo mapuche, i nativi di questo angolo del Sudamerica, privati però delle loro terre dal governo cileno alla fine dell’Ottocento, dopo avere fronteggiato per secoli i conquistadores spagnoli. Simone ha incontrato Juana Pailallef, la combattiva rappresentante della comunità mapuche di Temuco, la città capoluogo di una regione appartenuta storicamente al popolo indigeno oggi composto da circa un milione di persone in tutto il Cile: il cinque per cento della popolazione complessiva. La donna ha trascorso anche quattro anni in carcere per la sua lotta difesa della cultura di un popolo discriminato e perseguitato duramente durante la dittatura di Pinochet e la cui causa è tuttora aperta. Anche lei ha sottoscritto la carta dell’Onu portata da Simone che ha avuto modo di trascorrere una giornata in una comunità mapuche che vive sulla costa atlantica ed, eccezionalmente, di incontrare una anziana “machi”, una sciamana mapuche, una figura di fondamentale importanza per la cultura indigena. Le machi sono sempre state considerate grandi conoscitrici delle erbe medicinali al punto che a loro si affidano anche oggi, cileni di ogni origine e classe. E anche la machi ha firmato, in lingua mapuche, il documento dell’Onu. Ora per la carta dei diritti dei disabili, è giunto il momento di salire in bicicletta con Simone. Li attende un duro percorso. Niente paura, perché la Patagonia, uno dei luoghi più affascinanti e selvaggi del pianeta, e la “carretera Austral”, considerata uno degli itinerari più avventurosi del pianeta, rappresentano il banco di prova idoneo solo per gente che, come il giovane ipovedente di Schio, dimostra di avere grande cuore e grandi ideali. I pedali giusti sui quali spingere.
Claudio Tessarolo
Fonte: http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/331387_schio_simone_ha_conquistato_il_cile/
Patagonia, terra bellissima e fragile
L’IMPRESA. Simone Salvagnin, l’atleta ipovedente di Schio, e il suo gruppo stanno proseguendo il viaggio in Cile lungo la “Carretera Austral”
I meravigliosi panorami rischiano di essere invasi dalle dighe per la produzione di energia elettrica Il tandem italiano porta un messaggio di speranza
Claudio Tessarolo INVIATO IN CILE È un risveglio che mette i brividi e una strana inquietudine. Il cielo di un azzurro accecante del giorno prima è scomparso, inghiottito da una melassa grigia, spessa e quasi palpabile, calata silenziosamente durante la notte. «Es como el vulcan…», sussurra Marisel, la titolare di un piccolo, ma sufficientemente rifornito supermercato di La Junta, storico villaggio dei rancheros sulla Carretera Austral, voluta dal dittatore Pinochet, per «unificare simbolicamente le ragioni più diverse di tutto il Paese». La donna non lo dice per spaventare Simone Salvagnin e compagni, ma per rammentare a se stessa che è successo e potrebbe succedere nuovamente. Si vive sempre sul chi va là in questo che resta e a ben ragione uno dei posti più affascinanti e straordinari del mondo. La spada di Damocle cui si riferisce Marisel suscitando involontariamente una certa apprensione, si chiama vulcano. Questa zona del Cile sa bene cosa significhi un risveglio di una delle tante bocche da fuoco che punteggiano la Cordigliera andina. L’improvvisa attività del vulcano Chaiten, il 2 maggio del 2008, provocò gravissimi danni nella Patagonia cilena, con migliaia di capi di bestiame morti, case distrutte, strade impraticabili. No, fortunatamente non è cenere vulcanica la coltre grigia che ha dato il buon giorno a Simone. È solo una fitta nebbia mattutina che il sole patagonico provvederà qualche ora dopo a diradare, consentendo così all’atleta ipovedente di Schio e alla sua guida, Enrico Rizzolo, di completare la dose giornaliera di tandem sullo sterrato della Carretera Austral. È un viaggio affascinante ma complicato quello che sta compiendo il vicentino accompagnato anche da Luciano Covolo e Massimo Belluzzo dell’Equipe sans maison; in primis per le mutevoli condizioni atmosferiche, poi anche per i rischi legati a calamità naturali: questa è anche zona di terremoti e qualche sera fa una lieve scossa, peraltro senza conseguenza alcuna, lo ha rammentato a tutti. Non esistono sul nostro pianeta altri luoghi in grado di riassumere e rappresentare in un unico contesto situazioni distinte e distanti fra di loro. Si alza lo sguardo e ci si scopre circondati da maestose vette innevate, eppure si è immersi in una foresta millenaria, sembra di essere in Amazzonia; invece il lago che ci si para davanti è uno specchio d’acqua che crea un quadretto tipicamente alpino. E il vento fortissimo può portare anche il sapore dell’oceano. Simone si gode tutto questo assorbendo con voracità le descrizioni e le frequenti esclamazioni di meraviglia dei compagni di viaggio. I suoi occhi purtroppo non gli consentono di cogliere praticamente nulla di tutto il ben di Dio che lo circonda. Ma alla sera quando scende dalla bici dopo la dose quotidiana di pedalate, l’ambasciatore della carta dell’Onu dei diritti dei disabili, sprizza la stessa identica gioia di chi ha potuto visivamente fare man bassa di una natura straordinaria. La Patagonia cilena è viaggiare nella preistoria, è tuffarsi nel tempo dei pionieri, e anche, ahimè, toccare con mano i rischi incombenti dei danni gravissimi che questa terra potrebbe subire e presto anche. Il Cile è assetato di energia e all’industria di questo paese fa gola l’acqua che scende libera dalla Ande. L’incubo che spaventa gli abitanti di queste terre è determinato dalla costruzione decisa dal governo di numerose dighe per ingabbiare l’acqua, e poi di enormi tralicci per trasportare l’energia idroelettrica creata. Posti stupendi rovinati per sempre. Simone Salvagnin, nel suo viaggio con meta Ushuaia, dove finisce il mondo, prende nota di tutto, e con il suo viaggio offre una valida testimonianza: la Patagonia va difesa mantenendola anche a misura di pedale. È per questo che il suo passaggio non passa mai innoservato: a Villa Santa Lucia, minuscolo villaggio di 166 abitanti, la responsabile del piccolo presidio medico, gli ha fatto festa a a nome di tutti. Aveva saputo del suo passaggio dalla televisione. Perché le belle notizie, come quella dell’avventura di Simone, lasciano il segno. Anche in Patagonia.
Fonte: http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/332957_patagonia_terra_bellissima_e_fragile/
Simone, un gigante in Patagonia
L’IMPRESA. Dopo una memorabile pedalata il giovane ipovedente, in tandem con Enrico Rizzolo, ha raggiunto la citta più meridionale dell’emisfero sud in Argentina. Coronato da successo il lungo viaggio di oltre 3 mila chilometri fino all’ultimo lembo, a Ushuaia, nella mitica Terra del Fuoco
Ushuaia, Patagonia. Il relitto di un peschereggio è adagiato su un fianco nell’arenile. Lo scafo è un ferro vecchio, in gran parte arrugginito. L’albero maestro, un’antenna reclinata su se stessa nella parte più in alto, funge da boa per il volo dei gabbiani che scendono in picchiata, lo sfiorano per tornare a baciare con le ali un cielo freddo, rivestito di nubi gonfie e bianche che si riflettono sull’acqua calma e incredibilmente chiara del porto, attorno al quale è adagiata la città, controllata a vista dal Cerro Martial, luccicante di ghiaccio. Mare e monti in un unico abbraccio. Una visione, straordinaria. Il peschereggio, esausto, è venuto a morire qui, a Ushuaia, la città più a sud del pianeta, il termine ultimo del continente sudamericano. Ha finito la sua corsa alla fine del mondo. Simone Salvagnin scende dal tandem e si lascia andare in un sorriso intenso e prolungato. Alla sua guida Enrico Rizzolo, invece, brillano gli occhi perchè un posto così non esiste in nessuna altra parte del mondo e la loro impresa iniziatasi oltre un mese fa sulle fredde pendici dell’Ojos del salato, nel nord del Cile, è di fatto conclusa. Enrico si guarda attorno e descrive a Simone la scena nella quale sono finiti, poi i due si stringono la mano. Anche la carta dell’Onu dei diritti dei disabili che Simone, 27 anni, ipovedente di Schio, ha portato con sè in un viaggio lungo tremila chilometri di emozioni forti e impennate di adrenalina, ha raggiunto la meta prefissata, ha concluso anch’essa la sua avventura. Ma non è stato per niente facile; anzi, c’è mancato davvero poco perchè l’impresa si concludesse anzitempo. È successo a inizio settimana, quando la coppia di ciclisti ha raggiunto una delle zone in assoluto più magiche e incredibilmente affascinanti di tutta la Patagonia: il parco nazionale delle torri del Paine. Si tratta di pilastri di granito che svettano d’improvviso per oltre 2000 metri sulla steppa patagonica. Uno spettacolo mozzafiato e stupefacente in un contesto naturale senza uguali. Simone e Enrico, accompagnati da Luciano Covolo e Massimo Belluzzo dell’“Equipe sans maison”, hanno infatti pedalato in un ambiente estremamente vario, passando accanto a specchi d’acqua turchese che punteggiano gli sterminati spazi aperti della steppa dominata dai profili delle torri. Quest’area, famosissima in tutto il mondo e non solamente alla comunità alpinistica internazionale, è stata interessata nelle scorse settimane da un devastante incendio che ha incenerito la vegetazione di almeno 20 mila ettari di parco. Sulle cause dell’immenso rogo sono ancora in corso accertamenti da parte delle guardie (anche se pare sia stato causato da un improvvido turista), mentre non ci sono dubbi sul “motore” che ha accelerato lo sviluppo delle fiamme e reso oltre modo difficile le operazioni di spegnimento, durate diverse settimane: il terribile vento patagonico, frutto dello scontro-incontro tra le correnti fredde del Pacifico e quelle calde della pampa sopra la cordigliera andina. Il risultato ha effetti di una forza prepotente e inarrestabile. È un vento che gli alpinisti che frequentano le montagne patagoniche – dal Cerro Torre, alle vette del Paine, fino al Fitz Roi – conoscono bene: quando soffia non ce n’è per nessuno, può durare giorni e per le spedizioni significa aver raggiunto anzitempo il capolinea. E nel frattempo si salvi chi può. Simone e Enrico stavano pedalando e assaporavano la magica atmosfera dell’Eden del parco quando d’improssivo ha avuto inizio il finimondo. Una raffica fortissma ha fatto impennare il tandem e i due, colti di sopresa, sono stati investiti da un turbinio di sabbia e sassolini, avvolti da una nuvola densissima di polvere, letteralmente sollevati e spostati per alcuni metri. Con bravura e un pizzico di fortuna sono riusciti a limitare i danni che una caduta a dir poco rovinosa avrebbe prodotto. La bufera di vento, sempre più forte e sempre più freddo, con raffiche oltre i cento chilometri orari, è proseguita a lungo, mettendo a dura prova i muscoli e il sistema nervoso dei due ciclisti vicentini, obbligati a fermarsi per limitare danni e rischi. A Ushuaia, che per gli yahagan, il popolo dei nativi che abitava la terra del fuoco significa “baia che penetra a ovest”, per loro ci sarà ora modo meritatamente di recuperare le forze. L’impresa è andata in porto, anche se Simone Salvagnin tiene a puntualizzare che «la mia meta è il viaggio». Ha ragione: l’esistenza è la somma di tante storie, senza soluzione di continuità. Nei suoi occhi di giovane assetato di esperienze e di vita da affrontare a piene mani e a viso aperto, senza porre limiti all’orizzonte, purtoppo non sono rimaste impresse immagini di una terra che i primi esploratori europei, fra i quali il vicentino Antonio Pigafetta, descrissero come popolata da uomini dai piedi grandi. Una terra di foreste pluviali, di vaste estensioni steppose, di montagna tuttora mai scalate, di cascate, fiumi impetuosi, laghi di acqua trasparente e purissima. Una terra che Simone – è vero – ha percorso senza poterla godere visivamente. Ma che ha vissuto ugualmente, chilometro dopo chilometro, giorno dopo giorno, ugualmente con grande intensità e trasporto. La carta dell’Onu dei diritti dei disabili, ha viaggiato in buone mani. E Simone, questa foto, la porterà per sempre con sè. È sua, l’ha scattata lui, in Patagonia, la terra dei giganti.
Claudio Tessarolo
Fonte: http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/334332_simone_un_gigante_in_patagonia/
Regione del Veneto – Giunta Regionale – Ufficio Stampa
COMUNICATO STAMPA
GIOVEDI’ 23 IN GIUNTA REGIONALE IL SIMBOLICO “VIA” AD UN RAID CICLISTICO DI 2.900 CHILOMETRI IN SUDAMERICA
(AVN) Venezia, 21 febbraio 2012
Prenderà simbolicamente il via giovedì prossimo 23 febbraio alle ore 11.00 da palazzo Balbi, con un incontro dei protagonisti con l’assessore ai flussi migratori Daniele Stival, un raid… in bicicletta di 10 appassionati ciclisti veneti, che percorreranno 2900 chilometri attraverso Brasile, Argentina e Cile per allacciare contatti e conoscenze con le comunità degli emigrati veneti presenti in gran numero in quei Paesi.L’iniziativa, significativamente battezzata “bici e radici” è dell’Associazione Veneti nel Mondo Onlus di Camisano Vicentino, gode dell’appoggio della Regione del Veneto ed ha tra i suoi partners all’estero il Comitato delle Associazioni venete in Argentina, l’Associazione Imprenditori Veneti in Cile, l’Associazione Veneta di Concordia, nello Stato brasiliano di Paranà, l’Associazione Ligure di Valparaiso in Cile. Della partita saranno anche la Federazione delle Associazioni Venete del Paranà e il Comitato Veneto del Rio Grande do Sul (Brasile).Comunicato nr. 322-2012 (EMIGRAZIONE)
Per vedere il BOLG di BICI e RADICI
http://scoutball2.altervista.org/bicieradici/index.html
VNM : “Bici e radici”: 10 ciclisti veneti in partenza per il Sud America. 2.900 km attraverso Brasile, Argentina e Cile per incontrare le comunità di corregionali http://vimeo.com/37314949
IN GIUNTA REGIONALE IL SIMBOLICO “VIA” AD UN RAID CICLISTICO DI 2.900 CHILOMETRI IN SUDAMERICA
GIOVEDI’ 23 IN GIUNTA REGIONALE IL SIMBOLICO “VIA” AD UN RAID CICLISTICO DI 2.900 CHILOMETRI IN SUDAMERICA
Comunicato stampa n° 322 del 21/02/2012
(AVN) Venezia, 21 febbraio 2012
Prenderà simbolicamente il via giovedì prossimo 23 febbraio alle ore 11.00 da palazzo Balbi, con un incontro dei protagonisti con l’assessore ai flussi migratori Daniele Stival, un raid in bicicletta di 10 appassionati ciclisti veneti, che percorreranno 2900 chilometri attraverso Brasile, Argentina e Cile per allacciare contatti e conoscenze con le comunità degli emigrati veneti presenti in gran numero in quei Paesi.
L’iniziativa, significativamente battezzata “bici e radici” è dell’Associazione Veneti nel Mondo di Camisano Vicentino, gode dell’appoggio della Regione del Veneto ed ha tra i suoi partners all’estero il Comitato delle Associazioni venete in Argentina, l’Associazione Imprenditori Veneti del Cile, l’Associazione Veneta di Concordia, nello Stato brasiliano di Paranà, l’Associazione Ligure di Valparaiso in Cile. Della partita saranno anche la Federazione delle Associazioni Venete del Paranà e il Comitato Veneto del Rio Grande do Soul (Brasile).
http://www.regione.veneto.it/Notizie/Comunicati+Stampa/Febbraio+2012/322.htm
Galleria Fotografica
BICI E RADICI – 23 FEBBRAIO 2012 –
Http://venetinelmondo.regione.veneto.it/?page_id=6&album=2&gallery=55
In bici in Sudamerica in omaggio itinerari emigranti veneti
Progetto ‘Bici&Radici’ associazione Veneti nel mondo di Camisano
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/veneto/2012/02/23/visualizza_new.html_103248372.html
Da Venezia al Sudamerica: 10 ciclisti alla ricerca dei veneti nel mondo
Anche Salvagnin a “Bici & Radici”
http://www.vicenzapiu.com/leggi/anche-salvagnin-a-bici-radici#articlecontent
DA PALAZZO BALBI AL SUD AMERICA
http://www.cronacadelveneto.com/index.php?id_news=9078; http://www.web4admin.com/pdf/O3cBj1X2OV4KIqDsIxBA.pdf pag. 3
In bici in Sudamerica in omaggio itinerari emigranti veneti
Il 23 febbraio l’assessore Stival a colloquio con i protagonisti dell’impresa promossa dall’Associazione Veneti nel Mondo di Camisano Vicentino
“Bici e radici”: 10 ciclisti veneti in partenza per il Sud America. 2.900 km attraverso Brasile, Argentina e Cile per incontrare le comunità di corregionali
http://www.mclink.it/com/inform/art/12n03624.htm
Simone ancora in sella per riscoprire la storia
IL PERSONAGGIO. L’atleta ipovedente sta partecipando a “Bici&Radici”
Il gruppo di ciclisti veneti ripercorre gli itinerari dei migranti di 150 anni fa dall’Argentina al Cile
08/03/2012
Dopo le scalate di alcune cime andine – tra cui il Cerro San Francisco, 6.100 metri di altitudine – e la “Patagonia Expedition”, 2.500 chilometri in tandem fino a Ushuaia, la città più a sud del mondo, Simone Salvagnin, l’atleta vicentino ipovedente, sta partecipando a una nuova impresa in Sudamerica: “Bici&Radici”, tremila chilometri sulle due ruote attraverso Brasile, Argentina e Cile. L’iniziativa è di marca veneta – c’è il contributo della Regione e il sigillo dell’assessore ai flussi migratori Daniele Stival – ma la partecipazione vicentina è notevole: l’associazione promotrice, la “Veneti nel Mondo” presieduta da Aldo Rozzi Marin, è di Camisano; nel gruppo di 10 ciclisti partecipanti ci sono due atleti di Creazzo, Marco Costa ed Elena Massarenti, e naturalmente Simone Salvagnin di Schio e il suo accompagnatore Enrico Rizzolo di Malo. Tremila chilometri per riscoprire gli itinerari che 150 anni portarono moltissimi emigranti veneti in “Merica”, alla ricerca di una vita migliore. Ci saranno contatti con gruppi e associazioni locali che rappresentano gli emigrati. Oltre che per la fatica, l’impresa di Simone ed Enrico si sta rivelando difficoltosa anche dal punto di vista logistico: all’aeroporto di Punta Arenas, dove dovevano imbarcarsi per l’appuntamento con il gruppo arrivato dal Veneto, ci sono stati problemi per caricare il tandem – lo stesso ostacolo che c’era stato anche a Malpensa – ma la determinazione di Simone ha avuto la meglio anche questa volta. Il ricongiungimento tra “Patagonia Expedition” e “Bici&Radici” è avvenuto a Porto Alegre, poi il gruppo ha raggiunto la cittadina di Concordia, al confine tra Argentina e Uruguay, da dove è partito ufficialmente il raid. Il traguardo è fissato a Valparaiso, in Cile, scavalcando la Cordigliera delle Ande (il punto più alto sarà il Cerro Aconcagua a 4.000 metri). G.P.
Fonte: http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/340667_simone_ancora_in_sella_per_riscoprire_la_storia/ (sito visitato il 10.04.2012)
Veneti nel mondo, nuove regole regionali
INIZIATIVE. L’assessore regionale Stival ai lavori svolti in Gran Guardia
I circoli dovranno avere un minimo di 50 soci La consulta ad anni alterni si riunirà in regione
Con i saluti dell’assessore regionale ai flussi migratori Daniele Stival si sono conclusi ieri sera in Gran Guardia i lavori della Consulta e della Quinta giornata dei Veneti nel mondo che ha richiamato a Verona oltre un centinaio di rappresentanti da otto Paesi. Tra i temi dibattuti in questi giorni, la nuova legge regionale in materia di collegamento con i circoli dei veneti nel mondo, per i quali è stato stabilito un minimo di 50 soci per poter essere riconosciuto dalla Regione Veneto. Altra questione che ha suscitato discussioni è stata la proposta di tenere i prossimi appuntamenti della Consulta dei Veneti nel Mondo solo nella nostra regione, per questioni di budget, visto che nel giro di due anni i fondi assegnati per i rapporti e le attività con i veneti nel mondo è passato da due milioni a mezzo milione di euro. Alla fine è stato stabilito che la Consulta si riunirà un anno in Veneto e un anno in un Paese estero. L’assessore Stival ha più volte sottolineato l’importanza del ruolo delle associazioni dei veneti nel mondo come punto di riferimento per i migranti ma soprattutto per i loro discendenti. Un concetto ribadito anche da Anna Maria De Santi, presidente del circolo statunitense dei Veronesi nel Mondo a Washington, dove si fa anche promozione dei prodotti e dei vini veronesi, e dal consigliere comunale Vittorio Di Dio incaricato dal sindaco di seguire i veronesi nel mondo. Anche il sindaco Flavio Tosi ha partecipato ai lavori presenziando, sabato sera, alla cena di gala allestita nella buvette della Gran Guardia, a cui hanno partecipato circa 200 persone. Ieri, nonostante il maltempo, i partecipanti ai lavori della Giornata e della Consulta hanno avuto occasione di visitare la città con dei bus turistici. Successivamente si è svolto alla Gran Guardia il convegno su «Vecchia e nuova emigrazione». È seguito un concerto sinfonico con musiche scritte in Veneto o di autori veneti. In serata agli ospiti è stata proposta una presentazione di prodotti tipici veronesi in abbinata alla presentazione dei lavori prodotti dalle scuole venete nell’ambito del primo concorso sulla grande migrazione. Nel corso dei lavori è anche stato presentato il libro scritto da Michele Grigoletti e Alessio Corazza e con foto di Ella Pellegrini «Australia solo andata, un secolo di emigrazione veronese nella terra dei sogni», con interviste a veronesi emigrati a Griffith. Il testo verrà presentato anche oggi, alle 14.30, in Sala Rossa in Provincia.E.CARD.
http://www.larena.it/stories/Cronaca/426443_veneti_nel_mondo_nuove_regole_regionali/
http://www.larena.it/galleries/684_gallery_2/fotodelgiorno/538820/
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali
Corso di aggiornamento professionale in Studi Latinoamericani
Virginia Leonor Beraldo
Vice Presidente di A.PRO.VE.A.,
Asociación de Profesionales Vénetos de la Argentina
Aldo Rozzi Marin
Vice Presidente Associazione Imprenditori Veneti in Cile
Console onorario del Cile in Italia
I network di professionisti e imprenditori
italiani nel mondo: tra business e sentimento quali opportunità di collaborazione
tra Veneto e America Latina?
intervengono
Valentina Montesarchio, Gabriele Orcalli,
Gianpaolo Romanato, Valter Zanin
coordina
Antonella Cancellier
Venerdì 14 dicembre 2012 ore 15.00
Palazzo Wollemborg (Facoltà di Scienze Politiche) – Aula R
PUBBLICATA LA VERSIONE IN ITALIANO DELLA “GUIDA MULTI-ETNICA DELLE FORESTE SUBANTARTICHE DELL’AMERICA DEL SUD”