L’ Associazione Veneta del Cile è un’istituzione senza fini di lucro, di natura essenzialmente socio – culturale. I suoi principali obiettivi sono quelli di preservare e promuovere le tradizioni venete e la lingua italiana, favorire il collegamento fra tutti gli emigrati veneti e discendenti residenti in Cile.
L’Associazione è attiva nella realizzazione di iniziative culturali e di attività sociali ricreative in collaborazione con le altre istituzioni della collettività italiana, “al fine di conservare il valore dell’identità d’origine, delle tradizioni storiche e del dialetto” (art. 2 dello statuto di costituzione dell’associazione, 23 maggio 1987).
Detta assemblea stabilisce la nomina di una commissione organizzatrice formata dai signori Bortolaso Gino, Comunian Alberto, di Castri Liliana, Ferigo Roberto, Tomasi Giuseppe, Zecchetto Luciano, allo scopo di studiare la legge della Regione Veneto, redarre uno statuto, compilare la lista dei veneti aderenti, e regolare il sistema di votazione per eleggere una direttiva veneta.
Discorso inaugurale, del signor Alberto Comunian all’assemblea generale dei veneti in Cile organizzata il Giorno 11 aprile del 1987:
Fondazione dell’associazione veneta per il Cile.
Già da alcuni anni siamo stati invitati dalla Regione Veneto per formare una associazione in Cile. Il dott. Lorenzo Pellizzari ci ha scritto ed orientato, rimettendoci inoltre una bozza di statuto e regolamento.
Ancor quando le aspirazioni della nostra collettività siano sempre state quelle di unificare le istituzioni già esistenti, pilastri fondamentali della nostra unione etnica in Cile, tale associazione ubbidisce a leggi italiane a favore dei figli emigrati e loro discendenti.
Le istituzioni rappresentano senz’altro l’ossatura vitale che mantiene l’organica della nostra collettività durante questi ultimi 100 anni.
Con le associazioni regionali potremo raggiungere una nuova integrazione con la madre patria negli aspetti culturali – idiomatici – assistenziali – economici.
Di qui la necessità di una maggiore relazione diretta con l’Italia attraverso la regione per riempire quel vuoto atto a far conoscere le realtà di questa Italia di oggi, integrante delle 7 nazioni economicamente più industrializzate del mondo e della sua antica cultura sempre rinnovata.
Non è pertanto in concorrenza con le istituzioni esistenti, bensì una valida complementazione per una maggiore partecipazione di italianità.
Questa associazione voluta dalla preoccupazione dei nostri connazionali in patria, “ci brinda” differenti forme di partecipazione sociale e culturali, di solidarietà e assistenza, aiuto e facilitazione per un inserimento agli emigrati che rimpatriano, intercambi studenteschi, ecc. Il tutto regolato dalla legge regionale vigente nata il 19 giugno 1984, n. 28 pubblicata nel bollettino ufficiale della Regione Veneto.
Per i motivi anteriormente esposti è oggi necessario dar inizio alla nostra attività in forma ufficiale formando un consiglio direttivo, approvando uno statuto e legalizzando la nostra associazione perché possa essere considerata dalla Regione in Italia.
Il consiglio direttivo comprenderà inoltre i comitati necessari per gli aspetti: assistenziali, culturali ed educativi, sportivi e tempo libero, economici, interscambi della gioventù.
Cari amici, vogliamo concludere dando un benvenuto a quanti sono accorsi alla chiamata, ringraziando tanti altri che hanno dimostrato la loro adesione scusando la loro non presenza, ed invitando tutti a dare la loro opinione per proporre, e discutere, ma con vera partecipazione attiva e costruttriva.
La Regione ci offre e ci tende la mano! Sta a noi mantenere la via aperta di comunicazione fra loro che si preoccupano e pensano a noi, e noi per assicurare un miglior vincolo di conoscimento e di amore verso la terra che ci ha visti nascere.
Già è in nostro potere un registro con firme di adesione di 134 persone, più altre 79 adesioni arrivate per lettera a totalizzare n.213. Numero più che sufficiente per dare inizio vigorosamente a questa associazione.
Una inchiesta realizzata porterebbe tale numero a circa 350 persone, senza contare le province venete limitrofi e non considerate che ospiteremmo volentieri sotto la bandiera di San Marco: esse sono il Friuli, la Venezia Giulia ed i dalmati, già che il loro numero non permette di formare una associazione a sé.
Incontro conviviale dell’Associazione Veneta in Cile, presso l’Umanitaria (Anno 1991)
I membri dell’Associazione sono discendenti diretti d’emigranti dalla Regione Veneto, tra i quali sono presenti imprenditori, professionisti, accademici, artisti ed intellettuali, tutti ben inseriti nella propria area lavorativa, all’interno dell’ambito nazionale.
Tutti gli anni si organizzano incontri tra gli associati, allietati da tipici cibi veneti per promuovere le tradizioni regionali e rinforzare i legami tra i membri del gruppo. Inoltre l’Associazione realizza visite alle varie organizzazioni sociali, culturali ed educative di origine italiana nelle diverse regioni del paese. In questi viaggi si promuovono i diversi obiettivi dell’Associazione cercando di avvicinare la realtà e le tradizioni venete alle persone, alle istituzioni e mettendo a disposizione i servizi dell’Associazione.
Il gruppo veneto, al IV Festival della Canzone Regionale Italiana, cantando “Me compare giacometto” (Santiago del Cile, 1991)
Il Coro Alpino alla cena dell’associazione Veneta (Santiago del Cile, 2001)
I presidenti dell’Associazione sono stati Alberto Comunian (1987 – 1989), Roberto Ferigo (1989 – 1991), Aldo Rozzi Marin (1991 – 1993), Liliana di Castri (1993 – 1996), Corrado Roda (1996 – 1998), Liliana di Castri (1998 – 2003).
Sucessivamente sono stati eletti presidenti Antonio Braghetto e Primo Siena e nel 2016 è stato eletto Jorge Andrighetti.
Sinistra: i giovani veneti nella Parrocchia Italiana di Santiago del Cile (aprile 1990) – Destra: i giovani veneti nello Stadio Italiano di Santiago del Cile (aprile 2002)
Per meglio comprendere lo spirito che animava l’Associazione negli anni novanta, riportiamo di seguito un articolo di Liliana di Castri apparso sul numero 20, novembre – dicembre 1993, di “L’aria Veneta” di Buenos Aires:
I veneti in Cile e la tenacia della memoria
La loro associazione è attiva e unita, punta sui giovani e vorrebbe abbracciare il Triveneto. Sarà possibile?
L’Associazione veneta del Cile è la più australe del mondo. Fu fondata nel 1987 da un piccolo gruppo di veneti purosangue, spinti solamente dall’amore per la loro terra e decisi a mantenerne vivo il ricordo, il dialetto, le tradizioni, il carattere, e a lavorare per riunire tutte le famiglie sparse nel paese.
Sembrava un lavoro titanico all’inizio. Però, un po’ alla volta, abbiamo formato una specie di catena che, allungandosi a nord e a sud, ha raccolto un gruppo di 250 famiglie. Da Arica a Punta Arenas. Naturalmente la sede è a Santiago, la capitale. Però anche i veneti che vivono lontano partecipano a tutte le attività e concorrono a qualsiasi iniziativa.
Si trova una certa difficoltà nel caso di matrimoni misti, specialmente dove la moglie è cilena. Naturalmente il marito decanta tutte le squisitezze preparate dalle donne venete: le polentine, i brodetti, i risottini. È facile dedurre che la sposa cilena non le vede con molta simpatia. Si è formato comunque un ambiente di generale amicizia, questo dipende in gran parte da un accorta politica del direttivo, sempre memore che questa terra ci ha accolto generosamente ed è una seconda patria per noi e per i nostri discendenti.
La nostra associazione è una grande famiglia: ci conosciamo tutti, celebriamo le nascite, partecipiamo ai lutti. A mantenere questo legame ci aiutano molto i sacerdoti della parrocchia italiana Nostra Signora di Pompei. Anche con il quindicinale “Presenza”, diffuso presso tutti gli italiani in Cile. Il direttivo attuale è formato in maggioranza da giovani, quasi tutti professionisti, indirizzati e consigliati da tre adulti nati e cresciuti nel Veneto. Due hanno titolo un universitario e sono impegnati a far conoscere e a divulgare la lingua e la cultura italiana. Non mancano le cene per le varie occasioni. La più fastosa è naturalmente quella del 25 aprile, per festeggiare il patrono San Marco. Tutto viene predisposto con uno stile veneto: dalla decorazione del Salone Italia a quella della parrocchia, al menù che comprende quasi sempre “polenta, luganega e radici de Treviso”: per finire con i “crostoli” serviti mentre si gioca a tombola o si “fa coro”, accompagnati dal suono di una fisarmonica.
Alle nostre cene vengono invitati gli amici del Friuli – Venezia Giulia e del Trentino. Anzi, il nostro desiderio sarebbe di riunire le tre Venezie nelle rispettive celebrazioni. Ci sentiamo veramente fratelli: uniti dal dialetto, dalla cucina, dal carattere e dalla storia. Purtroppo questo desiderio non trova risposta presso la gioventù. Noi adulti, nati in terra veneta, cresciuti quasi tutti fra gli anni 1940 e 1960, siamo impregnati di memorie, di immagini, di nostalgia del passato. I giovani nati in Cile, in un ambiente molto diverso e con un sistema di vita niente affatto campanilistico, non comprendono interamente i nostri ideali. Ci seguono, si divertono, ci prendono anche un po’ in giro masticando il dialetto, però senza l’entusiasmo che vorremmo noi.
In verità il mondo è cambiato, mentre noi siamo ancora con la mente e con il cuore rivolti alle nostre montagne, ai nostri paesi. Quanta gioia, però, quando ci troviamo riuniti e parliamo il nostro bel dialetto. Facciamo persino scommesse a chi si ricorda le parole più difficili.
In queste liete occasioni sono presenti veneti dei vari ceti. C’è l’industriale, l’esportatore, il grosso commerciante, il titolare d’impresa, il professionista, l’impiegato, l’operaio, la donna di casa veneta o cilena, i sacerdoti e i giovani di ogni età. È rappresentata tutta l’Associazione, legata dall’unica origine, senza pregiudizi di classe né di scelta politica. Su questo punto il direttivo è molto esigente: il primo requisito è quello del rispetto reciproco.
L’Associazione procede a pieno ritmo. Siamo al corrente della grave e delicata situazione che essa vive. Però, se non arrivassero puntualmente le riviste di alcune province e specialmente il “Messaggero di Sant’Antonio”, ci sentiremmo completamente isolati.
Siamo molto lontani dal nostro Veneto, ma lo portiamo nel cuore come il ricordo più caro e più bello. Ci sentiamo orgogliosi delle nostre origini. È per questo che puntiamo sui giovani. Vogliamo che siano degni discendenti della nostra terra benedetta, e perciò li educhiamo all’onestà, all’attaccamento al lavoro, all’amore per la famiglia, alla costanza della fede. Vogliamo che siano sempre indicati come i migliori perché sono veneti (Liberamente tratto da: Liliana di Castri, “I veneti in Cile e la tenacia della memoria”, Buenos Aires, Argentina, articolo apparso su “L’aria veneta” di Buenos Aires, n.20, novembre-dicembre 1993).
Elezioni dell’Associazione Veneta in Cile (Parrocchia Italiana, Santiago del Cile, 1991)
L’Associazione Veneta ha visto la nascita nel 1996 di un’associazione e dell’Associazione Imprenditori Veneti in Cile, che riunisce gli imprenditori e i professionisti che sono interessati a creare e mantenere vivi i contatti e gli scambi commerciali, industriali e di tecnologie tra il Veneto e il Cile.
Tratto dal libro “Destinazione Cile” di Flavia Colle e Aldo Rozzi Marin, pubblicazione promossa dalla Regione del Veneto, Assessorato ai Flussi Migratori e realizzata dall’Associazione Veneti nel Mondo, in partenariato con l’Associazione Veneta del Cile e l’Associazioni Imprenditori Veneti in Cile. (Tipografia Grafica Corma – Grisignano di Zocco, Vicenza. Maggio 2008)