PRIMO SIENA – VERONA
Primo Siena nacque il 20 novembre del 1927 in provincia di Modena.
Si definisce modenese di nascita, ma veronese di adozione. Nel 1943 si arruolò nel reggimento bersaglieri della R.S.I. con cui partì per il fronte alla volta del Friuli Venezia Giulia nel 1945. Alla fine della guerra, di ritorno dalla prigionia nel campo di concentramento di Borovnica, in Sovenia, raggiunse la famiglia, già trasferita a Verona, dove visse e lavorò fino al 1978.
In quell’anno iniziò la sua missione in Cile, partecipò ad un concorso pubblico da Dirigente Scolastico per le scuole italiane all’estero. Nel ‘78 c’era richiesta per il Cile e siccome era vincitore di concorso lo convocarono, gli offrirono il posto e lui accettò. Ricoprì così la carica di Dirigente Scolastico a Santiago, presso la Scuola Italiana “Vittorio Montiglio”, e poi, consulente dell’Istituto Italiano di Cultura, con sede nella stessa città.
Il 17 novembre del 1990, Primo Siena si sposò con Luz Darrigrande Silva. Nel maggio dell’anno seguente, in veste di Segretario Generale della VII Convenzione FISIA (Federazione delle Istituzioni Scolastiche Italiane d’America) incontrò il Ministro de Educación cileno, Ricardo Lagos Escobar, già Presidente del Cile.
Grazie alle sue molteplici attività per la comunità dei veneti che risiedono in Cile, durante la sua lunga carriera, ha ricevuto molti premi e riconoscimenti tra cui, recentemente, il premio La Serenissima.
È tuttora attivo partecipante nella comunità veneta ed italiana dove ha svolto il ruolo di segretario del COMITES Cile (1998-2004); svolge inoltre attività accademica presso l’università Gabriela Mistral e l’università del Desarollo, entrambe di Santiago, nonché presso la fondazione Decus di Buenos Aires in Argentina.
Collocato in pensione nel 1992, dal 2005 la Scuola “Vittorio Montiglio” di Santiago lo ha nominato suo “assessore pedagogico”. È autore di vari libri scientifici e politici, tra i quali, solo per citarne alcuni: Le alienazioni del secolo (1959), Il Profeta della Chiesa (1966), Riforma organica della scuola italiana nel tempo europeo (1972) e La Espada de Perseo (2007) la sua prima opera scritta in lingua spagnola.
Tracciamo con i fatti e le sue parole la personalità di questo “personaggio” di immensa e profonda cultura, che ha gli ideali della “sua” Patria ben saldi. Ha dato tanto per essa, sia in Italia, combattendo in prima linea durante la guerra, sia all’estero per tenere alto il prestigio nel nome della cultura e dell’istruzione. Dialogando ci rendiamo conto che il passato di Primo Siena è infarcito di riconoscimenti, medaglie d’oro e attestati, come ricordato precedentemente, ma anche di affetto come ci mostra la vicinanza alla moglie. Per spiegarci cosa significa per lui la Patria ci racconta: “Quando il nostro battaglione si arrese, il 30 aprile 1945, a Caporetto, prima che ci chiedessero la bandiera, la tagliammo a pezzettini e ce la dividemmo tra tutti noi bersaglieri. Conservo ancora gelosamente i due pezzetti che mi furono affidati. Ma tornando al Cile, quando arrivai qua nel ‘78, mi avevano segnalato una famiglia che mi avrebbe aiutato, gli Orsini, andai quindi in un albergo, ma tutti i fine settimana venivano a prendermi i nuovi amici e mi portavano a conoscere il Cile.
Per quanto riguarda la scuola, qui devo ammettere con tutta onestà, che la migliore è quella privata. Infatti, io mi considero un funzionario pubblico “prestato alla scuola privata”.
La Scuola Italiana è stata fondata nel 1891. Lo Stato ha necessità di formare una classe dirigente, in questo Paese, e gli costa meno sovvenzionare il personale delle scuole private che istituirne ex novo.
Nel 1981 mi trasferii in Perù, a Lima, e in quella circostanza, di comune accordo con l’allora Presidente, l’ingegner Vittorio Azzariti, fondammo La Federazione delle Istituzioni Scolastiche Italiane d’America (FISIA). Queste raggruppavano 60 istituzioni, che rappresentavano altrettante scuole, più 30 Comitati delle Scuole Dante Alighieri. Comprendeva scuole di tutta l’America Latina e una a New York. Io, di fatto, ero Segretario Generale dell’Istituzione, che aveva i seguenti obiettivi: proteggere e difendere l’italianità, dialogare in maniera comunicativa relativamente alle tematiche comuni, scambiare esperienze culturali e didattiche tra i vari Sodalizi. Così il Ministero degli Esteri dialogava con un solo rappresentante. Ebbi come Direttore Generale delle Relazioni Culturali l’allora Ambasciatore Sergio Romano.
Ritornando ai giorni nostri, ritengo sia di vitale importanza mantenere ed intensificare i rapporti tra il Veneto e i propri connazionali all’estero, soprattutto aumentando gli interscambi di giovani, affinché possano accedere a dei corsi di formazione. A mio avviso essere un veneto all’estero è migliore che essere un veneto in Veneto. Un altro punto da sviluppare maggiormente, secondo la mia opinione, sono gli incontri culturali tra i veneti all’estero.”