ROMOLO TREBBI – San Martino di Venezze, provincia di Rovigo
Romolo Trebbi è nato nel 1928 a Ca’ Venezze, a San Martino di Venezze, provincia di Rovigo, nei territori che facevano parte della Repubblica di Venezia. Studiò storia dell’arte e architettura all’università di Roma. A partire dal 1952 lavorò come critico d’arte in Italia.
Un anno più tardi arrivò in Cile dove iniziò la sua carriera accademica, che lo portò a insegnare storia dell’arte all’Università Cattolica di Valparaíso, all’Università Cattolica del Cile e all’Università del Cile.
Nel 1962 ricevette la medaglia d’onore in occasione del III congresso Iberoamericano di Cartagena de Indias.
Tra il 1969 e il 1971 fu Vicepresidente del Comitato Cileno del Centro Internazionale per la Conservazione dei Monumenti e dei Luoghi, con sede a Parigi (UNESCO). Nel 1981 fu nominato “Architetto Onorario” dal Collegio degli architetti del Cile.
Scrisse numerosi articoli, sia sull’architettura romana e le sue influenze, sia su quella precolombiana e coloniale in America Latina, pubblicati da diverse riviste specializzate nazionali e straniere.
Lavorò come corrispondente e collaboratore della Encyclopedia of world art e della Enciclopedia Universale Larousse.
Nel 1981 ricevette il primo premio teoria e critica della terza edizione della biennale di architettura di Santiago. Nel 1985 fu selezionato alla terza edizione della biennale di Venezia per il suo progetto di recupero di palazzo Venier.
Nel 1988 fu insignito del titolo di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana.
A partire dal 1972 è professore all’Università Internazionale d’arte di Firenze; ha tenuto conferenze presso le università di Firenze, Roma, Nottingham, Cali (Colombia) e Mendoza (Argentina).
Il 13 ottobre 2004 è stato nominato professore emerito della Pontificia Università Cattolica di Valparaíso.
Romolo racconta. “Alla fine del 1953 mi imbarcai sulla nave Giulio Cesare per Buenos Aires dove avevo uno zio materno. Era questo il mio primo scalo dovendo continuare per Santiago del Cile un mese dopo cioè nel gennaio del 1954. La situazione politica era molto tesa, in tutta Europa, dovuta alle minacce sovietiche, e tutti temevano una nuova guerra. Questa fu il motivo principale che fece decidere a mio padre di mandarmi in Cile.
Mi attraeva molto il sud del Cile per le conoscenze che aveva mio padre, dei parenti e dall’opera di De Agostini. Ma come giovane studioso delle culture precolombiane, consideravo che, facendo scalo in Cile, mi sarebbe stato facile visitare il Peru poi il Messico e Guatemala con le sue straordinarie rovine di città Maya. Avevo appena finito l’Università a Roma quando mio padre, assai preoccupato dall’andamento della politica europea, si associò con altri amici nella Sociedad Parma Industria Conservera di Limache e mi mandarono come “ponte” fra i soci cileni e gli italiani. L’accoglienza fu molto buona e dalla Escuela de Arcquitectura della Universidad Católica de Valparaiso, sapendo che avevo studiato con Bruno Zevi e Lionello Venturi, mi richiesero per lavorare con loro come professore di Storia dell’Architettura e dell’Arte.
Le mie origini venete sono state sempre presenti e le ho dimostrate in continui corsi e conferenze su temi di artisti, architetti e città del Veneto in varie università e centri culturali cileni. In questi ultimi quindici anni sono andato in Italia, con mia moglie, tutti gli anni a settembre per trascorrere un periodo a Venezia e nel Veneto. Ogni anno che passa si sente sempre più la lontananza, in tutti i sensi, delle nostre tradizioni culturali, culinarie e modo di vivere. Per questo cerco di mantenere vivi i valori della nostra civiltà veneta e per la stessa ragione sto scrivendo un romanzo El regreso de Alvise che descrive la nuova vita di un ritornato dal Cile nel Polesine.
Mi piacerebbe molto rimpatriare e stabilirmi nella dolce armonia delle Colline Euganee godendo gli ultimi anni della bellezza delle molte ville palladiane ed anche la cucina trevigiana.
L’esperienza dell’emigrante é stata per me interessante ed importante come formatrice della mia personalità. Mi ha permesso di prendere molti contatti culturali prima in Cile, e poi durante i molti viaggi che ho fatto nell’America Centrale e Sudamerica, conoscendo le espressioni più vive di tante culture. Non ho figli ma credo che se li avessi li incoraggerei all’emigrazione come fece mio padre con me.”
fonte: pontificia universidad católica de valparaíso http://www.universia.cl/html_estatico/portada/actualidad/noticia_actualidad/param/noticia/gecea.html
Tratto dal libro “Destinazione Cile” di Flavia Colle e Aldo Rozzi Marin, pubblicazione promossa dalla Regione del Veneto, Assessorato ai Flussi Migratori e realizzata dall’Associazione Veneti nel Mondo, in partenariato con l’Associazione Veneta del Cile e l’Associazioni Imprenditori Veneti in Cile. (Tipografia Grafica Corma – Grisignano di Zocco, Vicenza. Maggio 2008)