LUCA MACUGLIA – Verona
Luca ci viene a prendere all’aeroporto di Lima dove siamo atterrati dopo dodici ore di volo. Faticose, ma niente a che vedere con le decine di giorni di viaggio in nave della traversata degli emigranti. All’arrivo, comunque, abbiamo avuto la loro stessa impressione nel vedere e assaporare sulla pelle il grigio di Lima, con una nebbiolina di umidità che sembra pioggia vaporizzata, ai primi di settembre, verso le sei di sera. Appena Luca ci fa salire gentilmente in auto e ci inoltriamo nel traffico della città, rimaniamo impressionati. Auto dappertutto, di tutti i modelli, colori, dimensioni e stato di manutenzione, che si sfiorano e suonano il clacson continuamente.
Luca Macuglia, impeccabilmente italiano nello stile, abito grigio e con gli immancabili occhiali da sole che indossa, un po’ sulla fronte e un po’ sulla testa, racconta che è nato il 23 agosto del 1965 a Verona. La sua Verona è una delle città più belle d’Italia, e dice: “La nostra famiglia ha avuto un locale in centro a Verona, La Scala del Bra, proprio vicino all’Arena. Aveva una scala che portava nel sotterraneo dove una volta era allestita una mostra permanente di rettili che attirava visitatori da tutta Italia.
Il nostro locale, gestito da mio padre ed io, era un piano bar. Tutte le mattine, quando aprivo il bar e preparavo i tavolini all’esterno, c’era la magnifica Arena che mi faceva respirare secoli di storia e soprattutto la lirica. Per non dimenticare poi Giulietta e Romeo, il balcone romantico più famoso del mondo. Verona è una città a misura d’uomo, vivibile e affascinante.
Quando ero piccolo, chiedevo sempre ai miei genitori dove fossero gli altri Macuglia, perché a Verona è un cognome inusuale. Comunque io mi sento profondamente veronese e sono sicuro che questa mia sensazione e convinzione non cambierà mai.
Comunque, ho sempre avuto la passione per tutto quello che è esotico e straniero, mi attira tuttora, altrimenti non sarei in Perù. Le altre culture mi hanno sempre incuriosito, infatti, la mia prima compagna, dalla quale ho avuto una figlia, Jasmine, splendida e che adoro, era brasiliana.
Poi conobbi Janet, peruviana, che aveva un figlio di sei anni, Mattia, e m’invitò a Lima, per conoscere la sua città natale. Da questa unione in febbraio 2008 è nata a Verona – dove ci trovavamo in visita – la splendida Camilla.
Dal 2006 siamo venuti a vivere qui con i nostri due figli.
Appena messo piede a Lima devo dire sinceramente che mi sono proprio spaventato. La città mi sembrava non molto pulita, poi andammo a Cusco e vidi un paese in espansione e sviluppo, in crescita, insomma. Fu allora che capii che potevo fare qualche cosa in questo paese, dare anch’io il mio contributo allo sviluppo.
Onestamente a Verona era sempre più difficile arrivare a fine mese, per quanto lavorassi, le spese erano sempre tante e lievitavano e quindi cominciavo ad avere un certo disagio, anche se avevo un buon stipendio.
In Perù ho avuto la possibilità di avere un futuro economico migliore, fermo restando il ritmo frenetico di lavoro al quale oramai sono abituato. Ho fatto due conti tra i costi dell’Italia e quelli del Perù ed ho capito che se avessi venduto quello che possedevo in Italia, con il capitale ricavato, trasferendolo in Perù avrei potuto realizzare molte cose.
Infatti, ho comprato una bella casa a 200 metri dal mare ed ho aperto la mia prima lavanderia, adiacente all’abitazione. L’attività andava così bene che ne ho aperte altre tre.
Posso dire che sono molto contento della scelta che ho fatto, dello stile di vita che conduco con la mia famiglia. Qui il tempo ha un’altra dimensione, un altro senso. A Verona la vita era diventata impossibile, frenetica al massimo, sempre al telefono e sotto stress. Non è che qui lavori meno, con quattro lavanderie da gestire che chiudono alle undici di sera, ma il ritmo è diverso; non sono più continuamente sotto pressione, sono più padrone del mio tempo. Anche la famiglia si è integrata bene. A Chorrillos, dove abitiamo, tutti oramai sanno che sono italiano e giro con la moto. Qui ce ne sono veramente poche. Sono italiano anche per il fatto che cerco di essere puntuale, qui nessuno lo è, c’è addirittura una pubblicità per essere puntuali!
Mia figlia, da qualche tempo, ha molta nostalgia dell’Italia e mi dice spesso che le mancano la nonna e gli zii di Verona e vorrebbe ritornare perché lei si sente molto italiana. E infatti parlandoci ci dice: “L’Italia è il paese dove sono nata e per me il paese più bello del mondo, in Italia ho la mia famiglia: nonna, nonno, zii di Firenze e le mie amiche Cecilia e Francesca. Mi piacerebbe tornare in Italia per sempre. In Perù sono andata insieme al mio papà e ci vivo, vado a scuola ma ancora non so se mi piace starci.”
Trovo molto importante che i veneti si siano riuniti in un’associazione, la Veneti nel Mondo, e si riconoscano nei nostri valori e organizzino delle attività, per questo motivo ne sono entrato a far parte.
Tratto dal libro “Destinazione Perù” degli autori Flavia Colle e Aldo Rozzi Marin, pubblicazione promossa dalla Regione del Veneto, Assessorato Flussi Migratori e realizzata dall’Associazione Veneti nel Mondo (Camisano Vicentino (Vicenza), Tipografia Ga.Bo, Marzo 2010).