DANIELA PRONIO – Thiene – Vicenza
Un viso dolce e caritatevole, ma allo stesso tempo dimostra una determinazione e una tenacia di chi ha una visione chiara delle cose. Daniela sa dove vuole arrivare. Sapere il proprio scopo nella vita è una grande fortuna di equilibrio con se stessi e il mondo.
“Sono nata a Thiene”, ci racconta “in provincia di Vicenza, nel 1948. Provengo da una famiglia unita e tradizionale. Mio padre è sempre stato un esempio per me. Era molto solidale con tutti. Era dell’ACLI e si prodigava in parrocchia; aiutava gli orfani e le vedove. Purtroppo morì a soli 46 anni. Durante il suo funerale mi resi conto, forse per la prima volta, che aveva fatto del bene, a molta gente. Moltissime persone sono venute a condividere con noi il dolore della perdita.
La mia infanzia fu segnata dall’enorme dolore della perdita di mio padre e dalla mancanza di mia madre che avevo perso a dieci anni. Dopo aver frequentato le scuole medie andai subito a lavorare per le necessità che c’erano in famiglia. Eravamo due sorelle, Maria Antonietta, io, e due fratelli Francesco e Flavio. Ad un certo punto della mia vita, senza entrambi i genitori, decisi di entrare in una comunità in Toscana. Sono sempre stata alla ricerca di una compensazione spirituale. Avevo già il corredo fatto per sposarmi, ma quando lo guardavo mi rendevo conto che non sarebbe stata quella la mia vita. Sentivo la necessità di essere utile alla comunità. Erano i primi anni ’70 e frequentavo il Movimento Laici del Latino America con sede a Verona. Volevo entrare per fare qualche intervento, ma non avevo nessuna specializzazione, ad esempio medico, infermiere, insegnate, insomma non avevo una professione e le cose si complicarono. Così cercai su Famiglia Cristiana notizie riguardo alla CCSC (Centro Comunitario Servizio Cristiano) con sede in Toscana, precisamente a Serravalle Pistoiese. Trovai delle notizie e ci andai di persona. Non cercavano specializzazioni, bastava essere volontari, con il desiderio di essere utili. Questo centro aveva un intervento in Perù. Era un intervento missionario. Lavoravo nel bar di un albergo e tutto quello che guadagnavo andava a sostenere l’intervento in Perù. Dopo un anno che ero in comunità a lavorare, si ammalò l’economa che era in Perù e mi dissero che sarebbe stato utile se andavo a sostituirla. Nella Comunità in Toscana eravamo in sei e in quella del Perù in cinque. Decisi di provare l’esperienza. Partii nel ’73 da Genova con l’organizzazione degli emigranti, una nave della flotta Lauro che aveva navi mercantili, ma trasportava emigranti. Mi pagai il viaggio che costò 270 mila lire per ventitré giorni di nave. Quando arrivai in Perù c’era il governo militare. Andai a Tablada de Lurín, situata nella parte meridionale di Lima. Sinceramente ebbi l’impressione di desolazione totale. Mi misi subito a lavorare. Facevo tappeti con le donne del luogo, oltre al lavoro pastorale, naturalmente. C’era una forte emigrazione di campesinos dalla sierra alla città che pensavano di trovare lavoro. Giungevano nella periferia e si stabilivano lì, così nacque Villa El Salvador, vicino a Tablada. Dopo una anno comincia a capire molte cose relative alla gestione della Comunità, visto che ero l’economa, e siccome non le condividevo assolutamente decisi di lasciarle l’organizzazione. Non mi diedi per vinta e decisi di rimanere in Perù per aiutare i poveri. Mi appoggiai ai padri Comboniani ed andai in una casa di accoglienza per bambini abbandonati. Sempre a Tablada. Era il 1974. Rimasi in Perù fino al ’77. Dopodiché rientrai in Italia per studiare e feci un corso di infermiera per poi rientrare in Perù. Così feci e andai nella Sierra di Monquegua dove mi occupai di catechesi scolare e lavoro parrocchiale. Nel ’81 ritornai a Tablada e ripresi il lavoro sociale.
Dal ’89 abbiamo creato il centro CEPROF, autonomo, non agganciato né sostenuto da nessun organismo ecclesiastico particolare. Per il sostentamento abbiamo solo una rete di amicizie.
Sono veneta, ma in realtà la mia frequentazione con persone di origine veneta è stata quasi assente fino a quando, dopo trent’anni, sono venuta in contatto con l’associazione Veneti nel Mondo, con la quale si è creato un rapporto di amicizia e collaborazione, nel senso che l’Associazione appoggia alcune iniziative promosse dal nostro centro. Comunque ho sempre cercato di mantenere vive le tradizioni che appartengono alle mie origini, sono molto legata alle mie radici venete. Conservo e parlo in dialetto ogni volta che mi si presenta l’occasione e amo cucinare ricette tipiche del mio Paese che mi ricordano i sapori appartenuti alla mia giovinezza.
Ma parlando di me, come veneta, mi rendo conto che qui, rifletto, nel mio modo di condurre il Centro, lo stile delle nostre famiglie. Aiuto le bambine come se fossimo in una grande famiglia matriarcale veneta. Infatti, la prima cosa che insegno loro è a lavarsi ed avere cura di sé, poi a lavorare. Io ritengo che una persona se si dà da fare e lavora, non importa che tipo di lavoro, acquisisce dignità. Dopo trentasette anni di Perù ed aver aperto il progetto Biblioteca e Turismo Solidale mi ritengo una persona fortunata. Posso dire di aver conosciuto una realtà dove sono veramente utile. Mi sento completamente realizzata sia spiritualmente che umanamente e per questo vorrei concludere ringraziando Dio.
Ora abbiamo piacere di riportare le notizie, più dettagliate, che sono presenti in rete per promozionare l’iniziativa di Daniela Pronio.
Il Centro di Promozione Familiare CE.PRO.F. [1]. (Centro de Promocion Familiar) è un’associazione senza fini di lucro che opera a Tablada (distretto di Villa Maria del Triunfo), una delle zone più povere di Lima (Perù). Il CEPROF opera con diversi progetti nel settore educativo, offrendo varie forme di assistenza a minori la cui famiglia, per la difficile situazione in cui si trova, non riesce ad assicurare il necessario per una crescita integrale.
Il CEPROF nasce nel 1989 dalla volontà delle nostre amiche Daniela e Maruja, impegnate già da anni in attività di sostegno ed aiuto alla popolazione di Tablada.
Il primo progetto a cui il CEPROF ha dato vita è l’ HOGAR PADRE UMBERTO PASINA, una casa-famiglia che accoglie bambine di età compresa tra i 6 e i 13 anni, che generalmente hanno vissuto maltrattamenti all’interno della propria famiglia o che comunque non trovano in essa una situazione di tranquillità e serenità.
Inizialmente le bambine venivano affidate al CEPROF dall’Istituto Nazionale per il Benessere Familiare (INABIF); oggi invece sono le famiglie in difficoltà a rivolgersi al CEPROF per cercare aiuto, e spesso è lo stesso CEPROF che, a conoscenza di situazioni di pericolo grave, prende l’iniziativa e sensibilizza le istituzioni locali per ottenere, se necessario, l’affidamento delle bambine.
Nel 2004 è iniziato anche il progetto CASA DELLA CULTURA Michele Mosna con 12 fra tutori e volontari per seguire 200 ragazzi e ragazze che abitano a Tablada. Con molti sforzi, tra i quali anche l’aiuto di alcune istituzioni italiane, è stata costruita una biblioteca nella quale i bambini ed i ragazzi del quartiere possono trovare, con l’aiuto dei volontari, un’assistenza all’istruzione. Inoltre, in essa vengono organizzati laboratori ed attività ricreative per impegnare i ragazzi ed allontanarli da tutti i pericoli dalla strada.
Il piano superiore della medesima struttura è adibito al progetto TURISMO SOLIDALE E ALTERNATIVO. Alcune stanze sono predisposte per l’accoglienza di turisti, “responsabili” che hanno il desiderio di entrare in contatto con un’altra faccia del Perù. I proventi derivati dal pernottamento e dai servizi offerti ai turisti servono per finanziare le attività educative che si svolgono nella biblioteca.
Dopo c’è il programma di sostegno economico per terapie di 14 bambini disabili e assistenza famigliare degli stessi. Questo programma è stato sostenuto soprattutto economicamente dalle associazioni Loma Santa di Vicenza e Perù Etico (Italia).
Il CEPROF ha anche incentivato la creazione di una nuova associazione giovanile “AESEP” formata da un gruppo di ragazzi e ragazze che frequentano la biblioteca, con lo scopo di favorire lo sviluppo socio-culturale, e combattere il vandalismo delle bande giovanili di Tablada.
Infine segnalo il progetto POTER STUDIARE PER POTER VIVERE che aiuta quei ragazzi molto promettenti a livello scolastico e desiderosi di continuare gli studi, ma che non hanno la possibilità economica per accedere a scuole superiori ed università.
Attualmente il CEPROF vive soprattutto grazie al sostegno di gruppi italiani d’appoggio che, con fondi ed autotassazioni, aiutano concretamente a sostenere i molti costi. Integrano questi aiuti le entrate provenienti dal turismo responsabile ed il contributo di molti amici sparsi per l’Europa. Oggi dopo anni di lavoro, sofferenze, vittorie e sconfitte il CEPROF è una realtà solida e riconosciuta, visibile nel quartiere di Tablada; è un luogo sicuro per molte future donne, oggi ancora bambine, ed un punto saldo di riferimento per molti bambini che ogni giorno devono affrontare i problemi del mondo adulto.
[1] http://www.ceprof.org
Tratto dal libro “Destinazione Perù” degli autori Flavia Colle e Aldo Rozzi Marin, pubblicazione promossa dalla Regione del Veneto, Assessorato Flussi Migratori e realizzata dall’Associazione Veneti nel Mondo (Camisano Vicentino (Vicenza), Tipografia Ga.Bo, Marzo 2010).