IVANA RIGOBELLO – Lendinara – Rovigo
Una donna che emana serenità, tranquillità, e che è sicura di sé. Il trascorrere del tempo l’ha migliorata nell’animo, nello spirito.
Appena entra nella stanza si avverte la sua essenza più che la sua presenza. Inizia pacatamente a raccontare.
“Sono nata a Lendinara, a pochi chilometri da Rovigo. Quando penso al mio paese natale, vedo di fronte a me il campanile e l’angelo, perché ogni mattina quando aprivo la finestra era la prima cosa che vedevo. Mi affascinava soprattutto l’angelo in cima alla cuspide.
Sono nata nel 1937. Ho avuto una madre molto buona. Mi ricordo che le dicevo sempre: “Se viene qualche malintenzionato ci rifugiamo nel campanile del Duomo, che con i suoi cento e un metri è uno dei più alti d’Italia.”
Purtroppo ho vissuto l’esperienza della guerra e la mia fanciullezza non fu per niente serena. Una notte un tedesco entrò con la forza in casa nostra, completamente ubriaco, e cominciò a inveire, ma fortunatamente poi tutto cessò senza danni. Un giorno, avevo otto anni, ero in strada a giocare e i tedeschi chiedevano in giro dove c’era un pianoforte; io, appena sentii, dissi loro che a casa mia ne avevamo uno. Non l’avessi mai fatto. Oltre ad averle prese da mio padre, tutte le sere venivano a suonare a casa nostra. Durante il periodo bellico, molti nostri parenti vennero a vivere in casa nostra. C’erano materassi dappertutto. Circa una decina. Mio padre era direttore dell’Ospedale di Lendinara. Nei tempi tranquilli, i miei genitori mi portavano al mare con mio fratello Francesco. Ritornando alla guerra, mio padre ogni tanto portava a casa un sacco di farina e noi tutti felici preparavamo il pane. Ho un ricordo indelebile della fame. Si pativa la fame. Vicino a casa c’era uno zuccherificio ed io andavo lì tutti i giorni per vedere se
trovavo una patata americana che fosse caduta per caso dei camion. Ogni tanto mi andava bene. Dirò di più. I morsi della fame erano così pungenti che grattavo la calce dai muri e la mangiavo. Papà aveva messo in giardino un maiale e siccome dei topi uscivano dai tombini attratti dalla puzza, la mamma metteva le croste del formaggio per prenderli, ma io regolarmente le mangiavo.
Terminato quel brutto periodo, ho frequentato l’Istituto Magistrale per quattro anni e due di Economia Domestica. Appena terminati gli studi, a vent’anni, ho iniziato a insegnare alle scuole medie per circa tre anni. Insegnavo Economia Domestica. Nel 1959 conobbi e sposai Giorgio Melloni, avvocato, laureato a Padova. Dopo poco, ci siamo trasferiti a Genova perché aveva avuto un incarico nella locale Banca Commerciale Italiana. Ci siamo trasferiti anche in altre sedi: Napoli, Padova e così via. Nel ’63, quando avevamo già il nostro primo figlio, Bruno, di tre anni e mezzo (in seguito abbiamo avuto altri due figli, Fabia e Luca), a mio marito arrivò la proposta di trasferimento in Perù come funzionario del Banco di Credito. Anzi, per dire la verità, fu lui a proporsi. Quindi partimmo per il Perù. Io sinceramente non ero molto entusiasta, ma lui sì. Il primo periodo nel nuovo mondo fu molto difficile per me, basti pensare che eravamo partiti dalla sede di Milano. In Perù, per tenermi occupata, dopo un po’ cominciai a lavorare anch’io. Lavoravo in casa, commerciavo abiti italiani e avevo un discreto successo. Anzi, con i guadagni riuscii ad acquistarmi un’automobile. Mio marito non era molto d’accordo e mi convinse a smettere. Lo accontentai, ma a casa mi annoiavo e iniziai a insegnare italiano alla scuola Antonio Raimondi, alle medie e alle elementari. Il lavoro era faticoso, c’erano circa quaranta alunni per classe. Ho insegnato per circa sette anni. Comunque ero giovane e avevo molta energia e finito il lavoro, andavo a fare sport.
Nel ‘71, mio marito si licenziò dalla banca per andare a lavorare con un imprenditore peruviano di origine genovese. Aveva la mansione di direttore finanziario.
Tornado a me, verso gli anni ‘70 mi resi conto che stavo cambiando. Ho scoperto un potere spirituale nella mia persona, infatti, mi sembrava sempre di essere piena di energia, come ho detto prima e dovevo sempre fare qualcosa per scaricarmi. Cominciai a studiare tutto quello che era attinente all’energia corporale e soprattutto mi resi conto che potevo aiutare le persone. Ho studiato molto e ora sono Master Reiki e Master Karuna Reiki. Ho parecchi clienti e molte soddisfazioni. Quando i miei pazienti stanno meglio, io sono felice. Devo continuamente dare la mia energia, che ora è corredata da anni di studio ed esperienza con la gente. Sono oramai trentacinque anni che esercito il Reiki, la Bioterapia, la Pranoterapia, Radioestesia, il posizionamento delle mani, la cristalloterapia e la medicina olistica. Il tutto si basa sull’importanza dei nostri Chakra, i punti energetici che ci sono nel corpo umano, la loro ubicazione, l’effetto che hanno sulla nostra salute e sul comportamento. Così pure come la stimolazione dell’aura mediante l’apertura dei Chakra.”
Nel 2005 Ivana Rigobello ha pubblicato un libro, che ha avuto molto successo e che è già esaurito. Molto interessante e istruttivo per chi è appassionato alle pratiche che ha descritto. Il titolo è Sanación con Cristales. Sul retro di copertina ci illustra in poche parole di cosa si tratta: Spiegheremo la relazione delle persone con i cristalli e come funzionano in relazione con il nostro corpo, la nostra mente e il nostro essere essenziale. Comprenderemo anche dove sono situati i nostri punti energetici conosciuti come Chakra, il loro effetto sulla nostra salute e sul nostro comportamento, così come l’influenza e la relazione delle pietre e del segno zodiacale.
Mentre nella presentazione del volume Ivana scrive “Da trent’anni mi dedico alla cura delle persone. Ho appreso la metodologia che applico dai vari maestri che ho conosciuto nei miei viaggi per il mondo. Ho iniziato i miei studi di Cristalloterapia affianco di un sacerdote missionario in Brasile, chiamato Manuel, appartenente alla congregazione dei fratelli Gesuiti, che guariva moltissime persone usando i cristalli, l’ipnosi e la misurazione dell’aura. Iniziava le cure misurando l’aura o il campo magnetico delle persone con uno strumento speciale. Se l’aura era molto fina metteva sopra la testa una piccola piramide di quarzo per normalizzarla, dopo dieci minuti aveva raggiunto una misura normale. E il paziente era totalmente ristabilito.
Come parte del mio trattamento utilizzo i cristalli per moltiplicare per mille l’energia che trasmetto ai miei pazienti e così curarli dai mali che possono aver accumulato con il trascorrere del tempo, sia di tipo fisico, mentale, emozionale o spirituale. Colloco i cristalli nei Chakras o punti di energia e percorro l’aura magnetica con l’aiuto di queste pietre per estrarre il danno accumulato e i blocchi energetici.
Se nella vita passata abbiamo sofferto di qualche malattia che colpiva un organo in particolare, allora, in questa vita siamo nati con l’energia sviata in questo punto. Così ci portiamo dietro malattie e debolezze in alcune parti del corpo.
Con la mia esperienza con i cristalli ho imparato che, a volte, non è la persona a scegliere il cristallo, ma viceversa, è il cristallo che sceglie noi. Se ne compriamo uno non dobbiamo preoccuparci di cosa dobbiamo farne, ma sarà il cristallo stesso che ci incamminerà verso l’armonizzazione del nostro io interiore.
Ci sono casi nei quali se noi non siamo “grati o piacciamo” ai cristalli, essi si perdono o si rompono, in ogni caso ci abbandonano. Ogni cristallo possiede una vibrazione specifica, ad esempio i gioielli assorbono una vibrazione specifica di chi li indossa, come nel caso del diamante Hope appartenuto a Maria Antonietta, che morì decapitata: chi porterà questo diamante incorrerà in momenti poco piacevoli”.
Durante la nostra intervista, Ivana gentilmente ci fece visitare il suo studio e dando un’occhiata ai suoi innumerevoli diplomi ci ha fatto sentire a nostro agio, prestando anche a noi un po’ delle sue cure. Per questo le siamo molto grati.
Tratto dal libro “Destinazione Perù” degli autori Flavia Colle e Aldo Rozzi Marin, pubblicazione promossa dalla Regione del Veneto, Assessorato Flussi Migratori e realizzata dall’Associazione Veneti nel Mondo (Camisano Vicentino (Vicenza), Tipografia Ga.Bo, Marzo 2010).